Infortunistica stradale

Nel corso del XIX secolo, a seguito delle esperienze maturate alla fine del ‘700, come quella del carro di Cugnot, si concretizzò l’idea di costruire veicoli a motore, capaci di consentire lo spostamento ed il trasporto di cose e di persone in tempi brevi e per lunghe distanze.
Già nel ‘900 il mercato automobilistico conobbe una repentina e inarrestabile espansione, grazie alla quale i veicoli a motore entrarono a far parte della quotidianità di ogni individuo, portandosi dietro tutte le necessarie conseguenze, positive e negative.
Uno dei problemi principali che sin da subito venne in rilievo fu quello della pericolosità di tali mezzi, capaci di arrecare danni, anche molto ingenti, tanto ai conducenti quanto alle persone terze rispetto al veicolo: a tutti i vantaggi connessi alla circolazione stradale e al ridimensionamento delle distanze intercorrenti tra un luogo ed un altro conseguirono, insomma, effetti collaterali non di poco conto, che resero necessari gli interventi dei legislatori nazionali dei vari Paesi e delle comunità internazionali.
Nacque, dunque, l’esigenza di stabilire quali fossero le regole comportamentali da tenere alla guida di un veicolo e si instaurarono sistemi di responsabilità capaci di non lasciare prive della necessaria tutela le persone coinvolte in un incidente stradale: proprio a tal fine, in Italia come nel resto d’Europa e del Mondo, fu posto il divieto alla libera circolazione delle autovetture sprovviste della necessaria copertura assicurativa e, in caso di violazione di tale regola, venne escogitato un meccanismo che potesse in ogni caso garantire al danneggiato il ristoro del danno subito.
I sinistri stradali sono eventi della vita umana che, purtroppo, possono segnare negativamente la vita di ogni individuo, talvolta in modo tristemente profondo e decisivo.
L’evoluzione sociale ha dunque imposto nel tempo la continua emanazione di regole vocate tanto a ridurre il numero dei sinistri stradali quanto a fornire al danneggiato una tutela che, se talvolta appare capace di ristabilire l’equilibrio violato, altre volte, a causa della natura del danno subito, non può che consistere in un mero palliativo.
La seguente trattazione si pone l’obiettivo di fornire al professionista alcuni validi strumenti per poter supportare il proprio assistito nella strada che lo condurrà a vedersi riconosciuto il risarcimento del danno subito, nella convinzione che tale soggetto, nell’esercitare liberamente la propria attività professionale, finisca col costituire il perno centrale sul quale si muove la salvaguardia dei diritti del danneggiato.
L’opera inizia con un breve riferimento sistematico alla normativa dettata dal Legislatore in tale ambito, per poi spingersi ad analizzare gli istituti, di carattere sostanziale e processuale, che vengono in rilievo nel percorso che porterà al ristoro del danno.
In particolare, verrà analizzato il sistema della responsabilità civile, dal quale si cercherà di enucleare i principi che si sono nel tempo consolidati, con specifico riferimento al danno patrimoniale e non patrimoniale. Verranno poi esaminati singolarmente i vari procedimenti che, ai sensi del D.Lgs. 209/2005, il danneggiato deve seguire per tutelare i propri diritti, non senza fornire, anche in tale contesto, le necessarie indicazioni di carattere sostanziale e procedurale, enucleate dalla giurisprudenza.
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