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DIRITTO DI FAMIGLIA - L’EX È TENUTO A RESTITUIRE I SOLDI PRESTATI DALL’ALTRO CONIUGE DURANTE IL MATRIMONIO PER L’ACQUISTO DI UN BENE MOBILE
Nell’ordinanza in commento (n. 11664/2023), la Suprema Corte ha confermato la legittimità della richiesta di restituzione di una somma di denaro pagata dall’ex marito a titolo di finanziamento per l’acquisto dell’auto della ex moglie. Nel caso che ci occupa, l’odierna ricorrente proponeva ricorso per cassazione avverso la decisione della Corte d’Appello che - a conferma di quanto statuito in primo grado - aveva rigettato l’opposizione spiegata dalla medesima al decreto ingiuntivo intimato dall’ex coniuge per la restituzione di un prestito per l’acquisto di un’autovettura. La ricorrente aveva eccepito l’erroneità della decisione del giudice di secondo grado per non aver tenuto in considerazione che l’intimante non aveva fornito prova né dell’esistenza di un rapporto di mutuo, né di aver consegnato la somma di denaro con obbligo di restituzione, e di come la dazione delle somme contestate fosse riconducibile al rapporto di coniugio.
Data:21 Giugno 2023
TITOLI DI CREDITO - ASSEGNO BANCARIO CON DATA INCERTA - ESCLUSIONE DI EFFICACIA DI TITOLO ESECUTIVO
Nell’ordinanza in commento (n. 6342/2023), la Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi con riferimento all’efficacia del titolo esecutivo, ha sancito il seguente principio di diritto: «l’assegno bancario recante una sovrascrittura della data è inefficace come titolo esecutivo, quando la suddetta alterazione renda la data di emissione insuperabilmente incerta». La vicenda trae scaturigine dall’opposizione a precetto emesso su base di un titolo esecutivo - assegno bancario - con data di emissione alterata. Più nel dettaglio, l’odierna ricorrente assumeva la prescrizione del titolo in quanto emesso nell’anno 2015, data successivamente corretta in anno 2016.
Data:14 Giugno 2023
NOTIFICA A SOGGETTI NON OBBLIGATI AD AVERE UNA PEC (PERSONE FISICHE) - SEMPLICE COMUNICAZIONE DI RECAPITO DIGITALE - VALIDITÀ ED ESCLUSIONE - FATTISPECIE
Nell’ordinanza in commento (n. 12958/2023), la Suprema Corte, in tema di notifiche alle persone fisiche, - richiamando l’incontrastato principio secondo cui «l’art. 141 cod. proc. civ., che detta disposizioni in tema di notificazioni presso il domiciliatario, va coordinato con l’art. 47 cod. civ., per il quale il domicilio eletto rappresenta una deroga al domicilio legale circoscritta a determinati e specifici affari, e dal collegamento fra le due norme discende che la corretta esecuzione della notificazione presso il domiciliatario presuppone che l’atto oggetto della notifica sia catalogabile fra quelli considerati con l’elezione di domicilio» -, ha chiarito che la semplice comunicazione di “recapito digitale” presso cui ricevere “le successive comunicazioni”, in mancanza di specifica indicazione del contenuto e dello scopo della comunicazione, non integra gli estremi della valida elezione di domicilio speciale atteso che la corretta esecuzione della notificazione presso il domiciliatario presuppone che l’atto oggetto della notifica debba rientrare tra quelli considerati con l’elezione di domicilio, come nel caso di specie.
Data:7 Giugno 2023
DELITTO DI TRUFFA - VENDITA DI BENI “ON-LINE” CON PAGAMENTO A MEZZO BONIFICO BANCARIO - TEMPO E LUOGO DI CONSUMAZIONE - COMPETENZA TERRITORIALE
Nella sentenza in commento (n. 10570/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in materia di competenza territoriale nella fattispecie di truffa con vendita di beni on-line -, richiamando il conforme orientamento della medesima Corte, ha precisato che «nell’ipotesi di truffa contrattuale realizzata attraverso la vendita di beni on-line, in cui il pagamento da parte della parte offesa avvenga tramite bonifico bancario con accredito su conto corrente, il reato si consuma nel luogo ove l’agente consegue l’ingiusto profitto tramite la riscossione della somma e non già in quello in cui viene data la disposizione per il pagamento da parte della persona offesa; qualora, invece, non sia determinabile il luogo di riscossione, si applicano - per la determinazione della competenza territoriale - le regole suppletive previste dall’art. 9 cod. proc. pen.».
Data:7 Giugno 2023
CONTRATTI - REQUISITI - FORMA SCRITTA AD SUBSTANTIAM - OGGETTO DETERMINATO E/O DETERMINABILE SU BASE DI ELEMENTI CONTENUTI NEL CONTRATTO
Nell’ordinanza in commento (n. 8731/2023), la Suprema Corte ribadisce che «Nei contratti in cui è richiesta la forma scritta ad substantiam, l’oggetto del contratto deve essere determinato o determinabile sulla base degli elementi risultanti dal contratto stesso, non potendo farsi ricorso ad elementi estranei ad esso. Ne consegue che se le parti di una compravendita immobiliare hanno fatto riferimento, per individuare il bene, ad una planimetria allegata all’atto, è necessario che essa non solo sia sottoscritta dai contraenti, ma anche espressamente indicata nel contratto come parte integrante del contenuto dello stesso». Il caso che ci occupa trae scaturigine dalla richiesta di rivendicazione della comproprietà di un portico ed una corte adiacenti all’immobile di proprietà dell’odierna ricorrente, atteso che la Corte di Appello - in riforma della decisione del giudice di prime cure -, aveva ritenuto insussistente il rivendicato titolo.
Data:31 Maggio 2023
DIRITTI REALI - SERVITÙ PREDIALI - ACCERTAMENTO DELL’ESISTENZA DEI PRESUPPOSTI CON RIFERIMENTO SIA ALLA DOMANDA DI RICONOSCIMENTO DELL’ESISTENZA DEL DIRITTO STESSO SIA CON RIGUARDO ALL’ECCEZIONE DI USUCAPIONE
Nell’ordinanza in commento (n. 8320/2023), la Suprema Corte ha sancito il seguente principio di diritto: «L’accertamento dell’esistenza, o meno, dei presupposti per la configurabilità di un diritto reale di servitù costituito per usucapione deve essere condotto unitariamente, con riferimento alla sussistenza dei requisiti del possesso utile ad usucapionem, dei presupposti dell’apparenza e dell’utilitas, sia con riferimento all’eventuale domanda di riconoscimento dell’esistenza del diritto stesso, indipendentemente dal fatto che essa sia proposta in via principale o riconvenzionale, sia con riguardo all’eccezione di usucapione, che sia sollevata al solo fine di paralizzare l’avversa azione negatoria del diritto reale. Non è infatti possibile riconoscere, in via di eccezione, la sussistenza dei presupposti per la configurabilità di un diritto reale che sia stata esclusa, mercè il rigetto della corrispettiva azione di accertamento della sua esistenza».
Data:23 Maggio 2023
CONTRATTO DI APPRENDISTATO - FORMA SCRITTA “AD SUBSTANTIAM” - PIANO FORMATIVO INDIVIDUALE ALL’INTERNO DELL’ATTO E NON IN DOCUMENTO SEPARATO
Nella sentenza in commento (n. 10826/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in materia di lavoro - ha ribadito che il contratto di apprendistato, per la cui stipula è richiesta la forma scritta “ad substantiam”, deve contenere il piano formativo individuale, essendo un elemento che qualifica la causa dell’atto, senza possibilità di rinvio a un documento esterno; atteso che la volontà negoziale del lavoratore deve formarsi sulla base della piena consapevolezza del percorso proposto e della sua idoneità per l’acquisizione della qualifica.
Data:16 Maggio 2023
RICORSO PER CASSAZIONE - OBBLIGATORIETÀ DEL DEPOSITO TELEMATICO DI ATTI E PROVVEDIMENTI - ART. 196-QUATER DISP. ATT. C.P.C. INTRODOTTO DAL D.LGS. 10 OTTOBRE 2022, N. 149 (C.D. RIFORMA CARTABIA)
Nell’ordinanza in commento (n. 10689/2023), la Suprema Corte ha sancito il principio di diritto secondo cui è divenuta operativo, a far data dal 1° gennaio 2023, ai sensi dell’art. 35, c. 2, d.lgs. n. 149/2022, quanto disposto dall’art. 196-quater disp. att. c.p.c. in merito alla obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti; cosicché anche i ricorsi per cassazione devono essere depositati mediante tale modalità - a pena di improcedibilità -, salve le eccezioni specificate.
Data:16 Maggio 2023
OBBLIGAZIONI - INADEMPIMENTO CONTRATTUALE - RESPONSABILITÀ DEL DEBITORE - IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA PER CAUSA NON IMPUTABILE AL DEBITORE E CONSEGUENTE ESONERO DELLA RESPONSABILITÀ - FATTISPECIE
Nell’ordinanza in commento (n. 10638/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in materia di responsabilità contrattuale - chiarisce e ribadisce che l’impossibilità sopravvenuta dell’adempimento della prestazione dovuta può costituire causa di esonero da responsabilità per il debitore solo ove non imputabile, in alcun modo, a quest’ultimo. Il caso che ci occupa trae scaturigine da una opposizione a decreto ingiuntivo - respinta in primo grado e successivamente in appello -, fondata sulla temporanea impossibilità sopravvenuta della prestazione in ragione del sequestro preventivo dell’impresa del debitore, inclusi i conti correnti ad essa intestati, disposto a seguito della pendenza di procedimento penale a suo carico. L’odierno ricorrente lamentava principalmente come la gravata sentenza avesse erroneamente escluso la temporanea impossibilità sopravvenuta della prestazione non considerandolo esente da colpa, sulla base della mera irrogazione della misura ex art. 321 c.p.p., paventando una questione di legittimità costituzionale dell’art. 1256, c. 2, c.c.
Data:9 Maggio 2023
REVOCATORIA DI COSTITUZIONE DI FONDO PATRIMONIALE - LITISCONSORZIO NECESSARIO DEL CONIUGE NON DEBITORE E NON PROPRIETARIO DEI BENI - FONDAMENTO
Nell’ordinanza in commento (n. 8447/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in tema di revocatoria di costituzione di fondo patrimoniale -, torna a ribadire quanto già statuito in precedenza, ovvero che «in tema di azione revocatoria, nel giudizio promosso dal creditore personale di uno dei coniugi per la declaratoria di inefficacia dell’atto di costituzione di un fondo patrimoniale stipulato da entrambi i coniugi, sussiste litisconsorzio necessario del coniuge non debitore, ancorché non sia neppure proprietario dei beni costituiti nel fondo stesso, in quanto beneficiario dei relativi frutti, destinati a soddisfare i bisogni della famiglia, e, quindi, destinatario degli eventuali esiti pregiudizievoli conseguenti all’accoglimento della domanda revocatoria».
Data:26 Aprile 2023
GIUDIZIO D’APPELLO - OMESSA ACQUISIZIONE DEL FASCICOLO D’UFFICIO DI PRIMO GRADO INDISPENSABILE PER LA DECISIONE DEL GRAVAME - ABNORMITÀ DELLA DECLARATORIA DI INAMMISSIBILITÀ DELL’APPELLO
Nell’ordinanza in commento (n. 8506/2023), la Suprema Corte ribadisce che nel giudizio d’appello, qualora il fascicolo d’ufficio di primo grado sia indispensabile ai fini della decisione, il giudice deve disporne l’acquisizione, con onere a carico dell’ufficio giudiziario; ne consegue che, ove tale obbligo rimanga inadempiuto, non può comportare alcuna conseguenza pregiudizievole per le parti del giudizio. Dunque, la sentenza di inammissibilità dell’impugnazione per mancanza del fascicolo d’ufficio di primo grado è da ritenersi abnorme e, pertanto, nulla.
Data:18 Aprile 2023
ESECUZIONE FORZATA - INSOLVENZA DEL DATORE DI LAVORO - INTERVENTO DEL FONDO DI GARANZIA PRESSO L’INPS - PRESUPPOSTI E TEMPISTICHE PER LA RICHIESTA
Nell’ordinanza in commento (n. 6834/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi su una questione di particolare novità in tema di Fondo di garanzia gestito dall’Inps - chiarisce che ai fini del computo per l’intervento del Fondo è irrilevante il momento in cui assume efficacia esecutiva la “diffida accertativa” ex art. 12 d.lgs. n. 124/2004 emessa dalla Direzione territoriale del lavoro, bensì assume rilievo il momento in cui il lavoratore notifica detta diffida a mezzo atto di precetto.
Data:12 Aprile 2023
AGGIORNAMENTO ALL’OPERA INTITOLATA “LA NUOVA COMPOSIZIONE NEGOZIATA PER LA SOLUZIONE DELLA CRISI D’IMPRESA”. (a cura) dell’Avv. Alfonso Cerrato
Con decreto del Direttore Generale del 21 marzo 2023, il Ministero della Giustizia ha recepito l’aggiornamento del documento predisposto nell’ambito dei lavori della Commissione di studio (c.d. Commissione Pagni) istituita a sua volta con decreto del 22 aprile 2021 in riferimento all’istituto della Nuova composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa
Data:12 Aprile 2023
AGGIORNAMENTO MONOGRAFIA AZIONE DI CLASSE PUBBLICATO NELLA COLLANA LINEE EVOLUTIVE DEL DIRITTO diretta da Avv. Triestina Bruno. A cura dell’Avv. Alfonso Cerrato
Abstract: Il presente contributo contiene il testo integrale del DECRETO LEGISLATIVO 10 marzo 2023, n. 28 recante “Attuazione della direttiva (UE) 2020/1828 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2020, relativa alle azioni rappresentative a tutela degli interessi collettivi dei consumatori e che abroga la direttiva 2009/22/CE” e pubblicato nella G.U. n. 70 del 23-3-2023.
Data:4 Aprile 2023
PROCEDIMENTI SOMMARI - OPPOSIZIONE A DECRETO INGIUNTIVO - INDIVIDUAZIONE DEL RITO APPLICABILE
Nell’ordinanza in commento (n. 2329/2023), la Suprema Corte chiarisce che, in tema di opposizione a decreto ingiuntivo, ai fini dell’individuazione del rito applicabile all’atto di opposizione, deve aversi riguardo al titolo posto a fondamento della domanda proposta in via monitoria, a nulla rilevando le evenienze successive alla proposizione della stessa - quali: erroneità della qualificazione da parte del ricorrente; successiva differente qualificazione operata dall’opponente o dal giudice -.
Data:28 Marzo 2023
ESECUZIONE FORZATA - TITOLO ESECUTIVO GIUDIZIALE - INTEGRAZIONE - CONDIZIONI E LIMITI
Nell’ordinanza in commento (n. 1942/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in merito all’integrazione del titolo giudiziale - chiarisce che: nell’opposizione all’esecuzione ai sensi dell’art. 615 c.p.c., non è consentita l’integrazione del titolo esecutivo giudiziale quando è unica e certa la struttura del suo comando e quando gli ulteriori elementi avrebbero potuto essere sottoposti nel giudizio in cui tale titolo si è formato. Nel caso che ci occupa, l’odierno ricorrente aveva adito la Corte di Cassazione avverso la sentenza del giudice di seconde cure che - a conferma di quanto statuito in primo grado di giudizio -, aveva ritenuto inammissibile, in sede di opposizione ex art. 615 c.p.c., la domanda di compensazione formulata dal medesimo. Più nel dettaglio, il ricorrente lamentava: il mancato esercizio, da parte del giudice di appello di un potere interpretativo del titolo giudiziale sanzionato con l’atto di precetto, atteso che, nel giudizio di opposizione, aveva sostenuto di aver corrisposto ai promittenti venditori delle somme di cui reclamava la restituzione; nonché l’aver ritenuto inammissibile in sede di opposizione la predetta domanda di compensazione.
Data:28 Marzo 2023
GIUDIZIO PENALE - PATROCINIO A SPESE DELLO STATO - AMMISSIONE - NECESSARIA ISCRIZIONE DELLA NOTIZIA DI REATO AI SENSI DELL’ART. 335 C.P.P.
Nella sentenza in commento (n. 8524/2023), la Suprema Corte torna a ribadire che ai fini dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato della persona offesa e del danneggiato del reato è necessaria che vi sia stata l’iscrizione della notizia di reato nel registro di cui all’art. 335 c.p.p., non essendo sufficiente la presentazione di una denuncia o querela. Nel caso di specie l’odierno ricorrente adiva la Corte di Cassazione avverso la decisione del Tribunale di rigetto dell’opposizione dal medesimo spiegata contro il decreto del G.i.p. che, a sua volta, ne aveva rigettato la richiesta di ammissione al patrocinio a spese dello Stato.
Data:21 Marzo 2023
ATTO DI APPELLO - AMMISSIBILITÀ DELL’ATTO SCANSIONATO E FIRMATO DIGITALMENTE DAL DIFENSORE
Nella sentenza in commento (n. 5744/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in merito alla inammissibilità degli atti di impugnazione presentati in modalità telematica -, sancisce che è ammissibile il deposito dell’atto di appello stampato, scansionato e sottoscritto digitalmente dal difensore. In caso in oggetto trae scaturigine dalla pronuncia del Tribunale di inammissibilità dell’atto di appello avverso l’ordinanza del G.i.p. che aveva rigettato la richiesta di revoca del sequestro dell’autospurgo di una S.n.c., ritenendo che l’atto in questione, in quanto scansionato, fosse affetto da invalidità. Avverso tale decisione proponeva ricorso in cassazione la socia e rappresentante legale della Società. La ricorrente deduceva la validità dell’atto di appello essendo stata comunque apposta la firma digitale del procuratore sull’atto scansionato, trasformando il documento in un nuovo originale, e la violazione, da parte del Tribunale, del principio di tassatività delle cause di inammissibilità dell’atto.
Data:14 Marzo 2023
MISURE CAUTELARI PERSONALI - PERICOLO DI INQUINAMENTO PROBATORIO - CRITERI DI VALUTAZIONE - PROVE ACQUISTE E DA ACQUISIRE
Nella sentenza in commento (n. 3135/2023), la Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi in tema di misure cautelari personali, ribadisce che «la valutazione del pericolo di inquinamento probatorio deve essere effettuata con riferimento sia alle prove da acquisire, sia alle fonti di prova già acquisite, a nulla rilevando lo stato avanzato delle indagini o la loro conclusione, in quanto l’esigenza di salvaguardare la genuinità della prova non si esaurisce all’atto della chiusura delle indagini preliminari, soprattutto allorché il concreto pericolo di inquinamento sia stato ravvisato anche nella protezione delle fonti dichiarative, per la spiccata valenza endoprocedimentale del dato riferito alle indagini preliminari e alla sua ridotta utilizzabilità in dibattimento».
Data:14 Marzo 2023
PROCEDIMENTO PENALE - PROCEDIBILITÀ A QUERELA E PERSISTENTE COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE - SUSSISTENZA DELL’ISTANZA DI PUNIZIONE E DELLA CONDIZIONE DI PROCEDIBILITÀ
Nella sentenza in commento (n. 7878/2023), la Suprema Corte ribadisce che, nel procedimento penale, in caso di sussistenza della persistente costituzione di parte civile non è necessaria la querela. Più nel dettaglio, l’odierno ricorrente adiva la Corte di Cassazione avverso la sentenza del giudice di secondo grado che, a conferma di quanto statuito dal giudice di prime cure, all’esito di giudizio abbreviato aveva ritenuto il medesimo responsabile del reato ex art. 590-bis c.p., commesso in danno della parte civile, a seguito di investimento pedonale. Il ricorrente lamentava: l’erronea applicazione di legge per essere stato ritenuto responsabile del reato di cui all’art. 590-bis c.p. ancorché nel capo di imputazione veniva indicata una prognosi di giorni 40; che, in difetto di querela, il giudice avrebbe dovuto pronunciare sentenza ai sensi dell’art. 129 c.p.p.; l’erronea sussistenza di profili di colpa a suo carico nella causazione del sinistro.