ESPORRE IL CROCIFISSO IN AULA NON DETERMINA UN ATTO DISCRIMINATORIO CONTRO IL DOCENTE DISSENZIENTE: SPETTA IN OGNI CASO ALLA SCUOLA TROVARE UN RAGIONEVOLE ACCOMODAMENTO SU EVENTUALI POSIZIONI DIFFORMI

Descrizione

    La vicenda concerne un evento che trae origine nel lontano 2009, allorquando un insegnante, prima di iniziare la lezione, rimuoveva il crocifisso dall’aula, nonostante la maggioranza degli studenti si fosse espressa in senso favorevole alla presenza in aula del crocifisso, sulla scorta dell’assunto per il quale la presenza del medesimo violasse il principio di laicità dello Stato, nonché la libertà di coscienza e d'insegnamento in materia religiosa. Il docente veniva sospeso ed a seguito del conseguente ricorso la questione veniva portata all’attenzione della Corte d'Appello di Perugia, la quale respingeva il ricorso dell'insegnante, rappresentando come l'esposizione del crocifisso non è lesiva di diritti inviolabili della persona né è, di per sé sola, fonte di discriminazione tra individui di fede cristiana e soggetti appartenenti ad altre confessioni religiose. La controversia approdava al Palazzaccio, ove i giudici della sezione lavoro rimettevano la risoluzione del quesito alle Sezioni Unite, evidenziando l’assoluta rilevanza delle tematiche sollevate dall'insegnante nel suo ricorso, stante la circostanza per la quale i diritti enucleati richiedessero un doveroso bilanciamento tra la libertà di insegnamento (intesa come autonomia didattica e libera espressione culturale del docente), ed il rispetto della coscienza civile e morale degli alunni che, a maggioranza, avevano espresso la volontà che il crocifisso restasse affisso in aula.

Specifiche

    Data: 19 Aprile 2022
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