GIUDIZIO DI RESPONSABILITÀ SANITARIA - PROVA CIVILE - CONSULENZA TECNICA D’UFFICIO - AMBIGUITÀ DELLE CONCLUSIONI - DISATTESA LA RICHIESTA DI APPROFONDIMENTO IN CARENZA DI ADEGUATA MOTIVAZIONE - CONSEGUENZE

Descrizione

    Nell’ordinanza in commento (n. 13038/2024), la Suprema Corte ha ribadito che la decisione di ricorrere o meno ad una consulenza tecnica d’ufficio costituisce un potere discrezionale del giudice, che, tuttavia, è tenuto a motivare adeguatamente il rigetto dell’istanza di ammissione proveniente da una delle parti, dimostrando di poter risolvere, sulla base di corretti criteri, i problemi tecnici connessi alla valutazione degli elementi rilevanti ai fini della decisione, senza potersi limitare a disattendere l’istanza sul presupposto della mancata prova dei fatti che la consulenza avrebbe potuto accertare. Pertanto, nelle controversie che, per il loro contenuto, richiedono si proceda ad un accertamento tecnico, il mancato espletamento, specie a fronte di una domanda di parte, costituisce una grave carenza nell’accertamento dei fatti da parte del giudice di merito, che si traduce in un vizio della motivazione della sentenza.

Specifiche

    Data: 22 Ottobre 2024
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