GIUDIZIO DI IMPUGNAZIONE - RICORSO PROPOSTO CONGIUNTAMENTE AVVERSO LA SENTENZA DI PRIMO GRADO E L’ORDINANZA DI INAMMISSIBILITÀ DELL’APPELLO AI SENSI DEGLI ARTT. 348-BIS E -TER C.P.C. - TRATTAZIONE SEPARATA DELLE CENSURE

Nell’ordinanza in commento (n. 14272/2025), la Suprema Corte, in caso di ricorso per cassazione con il quale sono impugnate congiuntamente la sentenza di primo grado e l’ordinanza di inammissibilità dell’appello ex artt. 348-bis e -ter c.p.c., ha ribadito la necessità della trattazione separata delle censure indirizzate a ciascuno dei due provvedimenti, al fine di consentire la distinzione tra le due stesse.

Data: 25 Giugno 2025
GIUDIZIO CIVILE - PARTE CONTUMACE VITTORIOSA - NO CONDANNA ALLE SPESE

Nell’ordinanza in commento (n. 14972/2025), la Suprema Corte ha ribadito che, nel giudizio civile, la parte soccombente non può essere condannata al pagamento delle spese di lite in favore della parte vittoriosa contumace. Nel caso che ci occupa, un avvocato aveva convenuto in giudizio un suo ex cliente per il pagamento dei compensi maturati per l’attività professionale svolta quale difensore d’ufficio in un procedimento penale.

Data: 25 Giugno 2025
GIUDIZIO D’APPELLO - COMPUTO DEI TERMINI EX ART. 155, COMMI 4 E 5, C.P.C. - SCADENZA IL SABATO - PROROGA

Nell’ordinanza in commento (n. 14041/2025), la Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi in merito alla disciplina del computo dei termini di cui all’art. 155, commi 4 e 5, c.p.c. nel giudizio d’appello, ha ribadito, nel caso di scadenza del termine il sabato, l’applicabilità del principio di proroga al primo giorno seguente non festivo.

Data: 17 Giugno 2025
CONVIVENZA MORE UXORIO - VERSAMENTI DI DENARO DEL CONVIVENTE A FAVORE DELL’ALTRO - ADEMPIMENTO DI OBBLIGAZIONE NATURALE - NO RESTITUZIONE

Nell’ordinanza in commento (n. 11337/2025), la Suprema Corte ha ribadito che, nel caso di convivenza more uxorio, i versamenti di denaro eseguiti da un convivente a favore dell’altro durante la convivenza, costituendo adempimento di un’obbligazione naturale, in quanto esecuzione di un dovere morale e sociale, non devono essere restituiti.

Data: 11 Giugno 2025
COMPENSAZIONE INTEGRALE SPESE DI GIUDIZIO - ART. 92 C.P.C. - FATTISPECIE

Nell’ordinanza in commento (n. 13835/2025), la Suprema Corte ha stabilito che il giudice non può disporre la compensazione integrale delle spese in ragione della “particolarità della questione”, fattispecie non prevista dall’art. 92 c.p.c. La vicenda trae scaturigine dall’opposizione all’esecuzione e agli atti esecutivi in relazione a un atto di precetto notificato ad istanza di una società in forza di una fideiussione; procedura dichiarata estinta per cessata materia del contendere con compensazione delle spese di lite.

Data: 11 Giugno 2025
ISTANZA DI RIMESSIONE IN TERMINI - ART. 153, COMMA 2, C.P.C. - PRESUPPOSTI

Nell’ordinanza in commento (n. 7631/2025), la Suprema Corte è tornata a pronunciarsi in merito ai presupposti per l’accoglimento dell’istanza di rimessione in termini ex art. 153, comma 2, c.p.c. secondo cui: «La parte che dimostra di essere incorsa in decadenze per causa ad essa non imputabile può chiedere al giudice di essere rimessa in termini. Il giudice provvede a norma dell’articolo 294, secondo e terzo comma».

Data: 4 Giugno 2025
ESECUZIONE – PLURALITÀ DI SENTENZE PER MEDESIMO FATTO – APPLICABILITÀ DELL’ART. 669 C.P.C.

Nella sentenza in commento (n. 13515/2025), la Suprema Corte penale, in tema di esecuzione, ha stabilito che qualora vi sia un rapporto di continenza tra i fatti giudicati da due sentenze irrevocabili di condanna emesse nei confronti dello stesso soggetto, poiché l’uno ricomprende l’altro, il “bis in idem” parziale deve essere risolto, ai sensi dell’art. 669 c.p.p., ordinando l’esecuzione della sentenza che ha pronunciato sul segmento di condotta più ampio e revocando l’altra.

Data: 28 Maggio 2025
ESECUZIONE FORZATA - CREDITORE PROCEDENTE - OPPOSIZIONE ALL’ESECUZIONE

Nell’ordinanza in commento (n. 2781/2025), la Suprema Corte ha ribadito che il creditore procedente non è mai legittimato a proporre opposizione all’esecuzione ai sensi dell’art. 615 c.p.c., non essendo configurabile un suo interesse ad un’azione che ha per oggetto la contestazione, totale o parziale, del diritto del creditore di agire in executivis, ferma restando la sua facoltà di formulare l’opposizione ai sensi dell’art. 617, comma 2, c.p.c. avverso i provvedimenti del giudice dell’esecuzione che non diano piena e corretta attuazione al suo titolo.

Data: 20 Maggio 2025
ORDINANZE DI INGIUNZIONE - NOTIFICA DIRETTA OPERATA DALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE A MEZZO PEC - VALIDITÀ

Nell’ordinanza in commento (n. 10503/2025), la Suprema Corte ha stabilito il principio di diritto secondo cui le notifiche delle ordinanze di ingiunzione effettuate a mezzo posta elettronica certificata da parte della P.A. - ai sensi dell’art. 18 l. n. 689/1981 - sono da ritenersi valide, anche in assenza di relata di notifica, firma digitale o attestazione di conformità, purché tali carenze non vadano a compromettere il raggiungimento dello scopo legale dell’atto e/o a rendere poco agevole l’esercizio del diritto di difesa, atteso che, trattandosi di violazione di norme processuali, non è tutelabile l’interesse all’astratta regolarità dell’attività giudiziaria.

Data: 13 Maggio 2025
CONTRATTI BANCARI - DIRITTO ALLA CONSEGNA DI COPIA DELLA DOCUMENTAZIONE - STRUMENTO DEL DECRETO INGIUNTIVO

Nell’ordinanza in commento (n. 8173/2025), la Suprema Corte ha ribadito che il diritto del cliente di una banca ad ottenere da quest’ultima copia della documentazione relativa alle operazioni dell’ultimo decennio può essere esercitato attraverso lo strumento del decreto ingiuntivo.

Data: 6 Maggio 2025
NOTIFICA DI ATTO DI PRECETTO SU SENTENZA – NO INDICAZIONE DEL PROVVEDIMENTO DI ESECUTORIETÀ – VALIDITÀ

Nell’ordinanza in commento (n. 7111/2025), la Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi sulla validità o meno della notifica di un atto di precetto su sentenza privo dell’indicazione dell’apposizione della formula esecutiva e/o della data di esecuzione della formalità, ne ha stabilito l’efficacia.

Data: 29 Aprile 2025
PROVA CIVILE – CONSULENZA TECNICA DI PARTE – PERIZIA STRAGIUDIZIALE – NON APPLICABILITÀ DEL PRINCIPIO DI NON CONTESTAZIONE

Nell’ordinanza in commento (n. 5362/2025), la Suprema Corte ha ribadito che, in tema di prove civili, le conclusioni di una perizia stragiudiziale, ritualmente depositata dalla parte nel processo, non possono formare oggetto di applicazione del principio di non contestazione ex art. 115 c.p.c., poiché non assurgono a fatto giuridico suscettibile di prova, ma costituiscono un mero elemento indiziario soggetto a doverosa valutazione da parte del giudice.

Data: 15 Aprile 2025
LICENZIAMENTO DISCIPLINARE PER VIOLAZIONE PRIVACY – ACCESSO ABUSIVO A SISTEMA INFORMATICO

Nell’ordinanza in commento (n. 4945/2025), la Suprema Corte ha stabilito la legittimità del licenziamento disciplinare del dipendente di una banca che accede ai dati dei clienti per violazione della privacy, ribadendo che, in tema di licenziamento disciplinare, l’assenza di effettive conseguenze pregiudizievoli per il datore di lavoro o per i terzi, ovvero di concreti vantaggi per il lavoratore, non esclude la rilevanza disciplinare del fatto.

Data: 9 Aprile 2025
PREVIDENZA – INDENNITÀ NASPI E ASSEGNO DI INVALIDITÀ – FACOLTÀ DI OPZIONE – INESISTENZA DI TERMINI PER EFFETTUARE LA SCELTA

Nell’ordinanza in commento (n. 4724/2025), la Suprema Corte ha stabilito che la maturazione dei requisiti per l’indennità NASpI successivamente alla fruizione di assegno ordinario di invalidità fa sorgere in capo all’assicurato il diritto di optare per uno dei due trattamenti, esercitando una scelta per la quale, tuttavia, non è previsto un termine, non essendo espressamente contemplato dalla legge, né desumibile dal richiamo alla natura alternativa delle corrispondenti obbligazioni (da escludersi in mancanza dell’originario concorso delle due prestazioni).

Data: 1 Aprile 2025
MANCATA CITAZIONE DEI TESTI – CONSEGUENZE – NO DECADENZA AUTOMATICA

Nella sentenza in commento (n. 1035/2025), la Suprema Corte penale ha chiarito che la mancata citazione di un teste in giudizio non comporta automaticamente la decadenza dalla prova, ma una valutazione del giudice che deve accertare se l’omissione sia stata determinata da un comportamento negligente o doloso della parte richiedente o se vi sia la presenza di giustificazioni oggettive.

Data: 25 Marzo 2025
SINISTRO STRADALE – MANCANZA DELL’AGGRAVANTE DI CUI ALL’ART. 186, COMMA 2-BIS, CODICE DELLA STRADA – NO SANZIONE AMMINISTRATIVA ACCESSORIA DELLA REVOCA DELLA PATENTE

Nella sentenza in commento (n. 44976/2024), la Suprema Corte penale ha ribadito che in caso di esclusione dell’aggravante di cui all’art. 186, comma 2-bis, Cod. Strada – causazione di un sinistro stradale – non è applicabile la sanzione amministrativa accessoria della revoca della patente di guida

Data: 18 Marzo 2025
MANCATA RIPROPOSIZIONE DELLE RICHIESTE ISTRUTTORIE IN FASE DI PRECISAZIONE DELLE CONCLUSIONI - CONSEGUENZE

Nella sentenza in commento (n. 30711/2024), la Suprema Corte si è pronunciata in merito alle conseguenze derivanti dalla mancata riproposizione delle richieste istruttorie nel corso del giudizio in fase di precisazioni delle conclusioni. La vicenda trae scaturigine dalla domanda di riconoscimento di acquisto per usucapione abbreviata di un fondo.

Data: 11 Marzo 2025
IMPUGNAZIONI CIVILI – RINUNCIA AL RICORSO SOTTOSCRITTO DAL SOLO DIFENSORE – MANCANZA DI MANDATO SPECIALE A TALE EFFETTO – CONSEGUENZE

Nell’ordinanza in commento (n. 30640/2024), la Suprema Corte ha ribadito che la dichiarazione di rinuncia al ricorso per cassazione, non sottoscritta dalla parte di persona, ma dal solo difensore, senza che questi risulti munito di mandato speciale a rinunciare, mancando dei requisiti previsti dall’art. 390, comma 2, c.p.c., non produce l’effetto dell’estinzione del processo, ma, rivelando il sopravvenuto difetto di interesse del ricorrente a proseguire il giudizio, in specie quando la controparte non sia neppure costituita, è idonea a determinare la declaratoria di cessazione della materia del contendere.

Data: 4 Marzo 2025
APPELLO - MANCATO DEPOSITO DELLA NOTIFICAZIONE A MEZZO PEC DELL’ATTO - IMPROCEDIBILITÀ

Nell’ordinanza in commento (n. 29917/2024), la Suprema Corte si è pronunciata in merito alla prova della notificazione dell’atto di appello a mezzo posta elettronica certificata. Nel caso che ci occupa, una società proponeva opposizione avverso l’atto di precetto con il quale veniva intimato alla medesima il pagamento di una ingente somma di denaro, vittoriosa nel primo grado di giudizio ma soccombente nel secondo, depositava l’odierno ricorso per cassazione deducendo - tra gli altri motivi - che il mancato deposito degli originali e/o duplicati informatici della notificazione eseguita con PEC nel termine per la costituzione dell’atto di appello o entro l’udienza di cui all’art. 350 c.p.c. integrasse l’improcedibilità dell’impugnazione.

Data: 25 Febbraio 2025
MANCANZA DI PRESA IN CARICO DI UN MOTIVO DI GRAVAME IN GRADO D’APPELLO – CENSURABILITÀ NEL GIUDIZIO DI CASSAZIONE

Nella sentenza in commento (n. 2103/2025), la Suprema Corte penale ha ribadito che, in sede di legittimità, è censurabile la decisione in grado di appello in cui sia stata del tutto omessa la presa in carico di un motivo di gravame, non potendosi ritenere che la pronuncia reiettiva dell’impugnazione sia sorretta, sul punto, da motivazione implicita, quand’anche le ragioni a fondamento del rigetto possano ricavarsi dalla complessiva struttura argomentativa della sentenza.

Data: 18 Febbraio 2025

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