CONTRATTO DI FIDEIUSSIONE – PRESUNTA NULLITÀ DI CLAUSOLE E DELLA FIDEIUSSIONE OMNIBUS ANCHE SE CONTENTENTE INDICAZIONE DEL MASSIMALE - FATTISPECIE.

Nell’ordinanza in commento (n. 24034/2023), la Suprema Corte ha ribadito la validità della fideiussione con apposizione di massimale, indipendentemente dall’oggetto e dai debiti garantiti. La vicenda trae scaturigine da un decreto ingiuntivo emesso nei confronti della società debitrice e del fideiussore - odierno ricorrente - e dal rigetto, nei due gradi di giudizio, dell’opposizione a tale decreto formulata dal ricorrente. Più nel dettaglio, nel presente ricorso per cassazione la parte lamentava la violazione degli artt. 1418 (Cause di nullità del contratto), 1419 (Nullità parziale) e 1421 (Legittimazione all’azione di nullità) c.c. atteso che il contratto posto a base del D.I. conteneva clausole nulle in quanto lesive dei diritti dei consumatori, nonché la mancanza di adeguata motivazione in merito alla presunta nullità della fideiussione oggetto di causa, in quanto fideiussione omnibus priva di indicazione del massimale garantito.

Data: 26 Settembre 2023
RESPONSABILITÀ CIVILE – CADUTA SU STRADA COMUNALE – LESIONI PERSONALI E DANNI PERMANENTI

Nell’ordinanza in commento (n. 21972/2023), la Suprema Corte ha ribadito - come da consolidata giurisprudenza - che l’art. 2051 c.c. ha carattere oggettivo, non presunto, essendo sufficiente, per la sua configurazione, la dimostrazione da parte dell’attore del nesso di causalità tra la cosa in custodia e il danno; sul custode, invece, grava l’onere della prova liberatoria del caso fortuito, inteso quale fatto naturale o del danneggiato e/o di un terzo, imprevedibile e inevitabile, connotato da regolarità/adeguatezza causale, a nulla rilevando la diligenza del custode.

Data: 20 Settembre 2023
CONTRATTO DI SOMMINISTRAZIONE DI ENERGIA ELETTRICA – VALIDITÀ – FACTA CONCLUDENTIA – NON NECESSARIA LA FORMA SCRITTA AD SUBSTANTIAM, NÉ AD PROBATIONEM

Nell’ordinanza in commento (n. 20267/2023), la Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi in materia di contratti di somministrazione di energia elettrica, ha chiarito che tale tipologia contrattuale non necessita della forma scritta “ad substantiam”, né “ad probationem”, atteso che la sua conclusione può avvenire anche per “facta concludentia” e ne può essere data prova con ogni mezzo, anche mediante presunzioni semplici. Nel caso che ci occupa, la società erogatrice di energia elettrica spiegava ricorso per cassazione avverso la decisione del giudice di seconde cure che, - a conferma di quanto statuito nel primo grado di giudizio -, aveva confermato l’inesistenza del contratto di somministrazione fra le parti.

Data: 12 Settembre 2023
OBBLIGAZIONE RISARCITORIA DA ILLECITO AQUILIANO – CALCOLO DEGLI INTERESSI COMPENSATIVI – DETERMINAZIONE NON AUTOMATICA, NÉ PRESUNTA IURIS ET DE IURE – APPLICABILITÀ DELL’ART. 1223 C.C. E/O DELL’ART. 1226 C.C.

Nell’ordinanza in commento (n. 19063/2023), la Suprema Corte ha precisato che l’obbligazione risarcitoria da illecito aquiliano costituisce un debito di valore, con la conseguenza che gli interessi “compensativi” valgono a reintegrare il pregiudizio che deriva dalla mancata disponibilità della somma, equivalente al danno subito, nel tempo intercorso tra l’evento lesivo e la liquidazione del danno; ciò posto, per la determinazione di tali interessi è necessario che il danneggiato provi, anche solo presuntivamente, il mancato guadagno derivatogli dal ritardato pagamento.

Data: 5 Settembre 2023
FURTO DI VEICOLO DAL PARCHEGGIO A PAGAMENTO DELL’AEROPORTO – OBBLIGAZIONE DI CUSTODIA – VALIDITÀ DELLA CLAUSOLA DI ESONERO DI RESPONSABILITÀ DEL GESTORE – NECESSARIA APPROVAZIONE PER ISCRITTO

Nell’ordinanza in commento (n. 18277/2023), la Suprema Corte ha precisato che nel contratto di parcheggio a pagamento è ricompresa l’obbligazione di custodia del veicolo e l’eventuale clausola di esonero di responsabilità del gestore, in quanto clausola vessatoria, deve essere approvata per iscritto. Nel caso che ci occupa, l’odierna ricorrente aveva convenuto in giudizio la società che gestiva il parcheggio a pagamento dell’aeroporto al fine di ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali subiti a seguito del furto della vettura di sua proprietà. Tuttavia, sia in primo grado che in appello, la domanda veniva rigettata. Avverso la decisione del giudice di seconde cure la proprietaria del mezzo proponeva ricorso per cassazione, per erronea sussunzione del contratto di parcheggio nell’ambito del contratto di locazione atipico - anziché nella fattispecie di deposito -, con conseguente esclusione dell’obbligo di custodia da parte del gestore.

Data: 9 Agosto 2023
ATTO DI APPELLO - VOCATIO IN IUS - ERRATA INDICAZIONE DELLE GENERALITÀ DEL CONVENUTO - CONSEGUENZE

Nell’ordinanza in commento (n. 19473/2023), la Suprema Corte è stata chiamata a pronunciarsi in merito alle conseguenze derivanti dall’errata indicazione delle generalità del convenuto nell’atto di citazione in appello. La vicenda trae scaturigine dal rigetto di una opposizione a decreto ingiuntivo, con conferma della decisione in secondo grado di giudizio per carenza di legittimazione passiva sostanziale e processuale atteso che il giudice di seconde cure aveva rilevato la non identità del soggetto evocato in appello con la società creditrice, considerando tale vizio attinente non già alla vocatio in ius, bensì all’editio actionis.

Data: 26 luglio 2023
ELARGIZIONI IN DENARO EFFETTUATE DALLA MADRE IN FAVORE DELLA FIGLIA CONVIVENTE - NATURA DELLE SOMME.

Nell’ordinanza in commento (n. 18814/2023), la Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi in materia di elargizioni in denaro effettuate dalla madre in favore della figlia convivente per un ampio lasso temporale (venti anni), ha enunciato il seguente principio di diritto: «al fine di ravvisare presuntivamente la sussistenza di plurime donazioni di somme di denaro fatte dalla madre alla figlia convivente, soggette all’obbligo di collazione ereditaria ed alla riduzione a tutela della quota di riserva degli altri legittimari, tratte dalla differenza tra i redditi percepiti dalla de cuius durante il periodo di convivenza e le spese ritenute adeguate alle condizioni di vita della stessa, occorre considerare altresì in che misura tali elargizioni potessero essere giustificate dall’adempimento di obbligazioni nascenti dalla coabitazione e dal legame parentale, e dunque accertare che ogni dazione fosse stata posta in essere esclusivamente per spirito di liberalità».

Data: 19 Luglio 2023
CAUSA SOGGETTIVA DI ESCLUSIONE DELLA PUNIBILITÀ - CONIUGE E CONVIVENTE MORE UXORIO - DIFFERENTE REGIME

Nella sentenza in commento (n. 24330/2023), la Corte di Cassazione penale ha ribadito, - come da orientamento consolidato -, che la causa soggettiva di esclusione della punibilità prevista per il coniuge ai sensi dell’art. 649 c.p., non è applicabile al convivente more uxorio. Nel caso che ci occupa, l’odierno ricorrente proponeva ricorso per cassazione avverso la decisione del giudice di seconde cure che, confermando la sentenza di primo grado, dichiarava l’imputato responsabile dei reati di cui agli artt. 367 “Simulazione di reato” e 646 “Appropriazione indebita” c.p. Più nel dettaglio il ricorrente lamentava il travisamento della prova da parte del giudice, nonché la mancata applicabilità della causa di non punibilità di cui all’art. 649 c.p., essendo il medesimo e la parte offesa conviventi.

Data: 12 Luglio 2023
NOTIFICA DI ATTO GIUDIZIARIO A MEZZO POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA - IRRITUALITÀ - CONSEGUENZE

Nell’ordinanza in commento (n. 16778/2023), la Suprema Corte torna a pronunciarsi nuovamente sulle conseguenze della notifica irrituale di un atto giudiziario a mezzo posta elettronica certificata. Il caso che ci occupa trae scaturigine da un’opposizione avverso l’ingiunzione di pagamento per violazione della normativa sul regolamento di acustica emessa dall’ente comunale accolta dal giudice di primo, impugnata dall’ente soccombente e rigettata dal giudice di seconde cure. Avverso tale ultima decisione l’odierno ricorrente spiegava ricorso per cassazione, lamentando - tra gli altri motivi - la intempestività dell’appello per proposizione dell’atto dopo il termine breve previsto ex lege, nonché l’erroneità della declaratoria di tempestività della impugnazione fondata sul mancato deposito del file in formato EML.

Data: 4 Luglio 2023
FAMIGLIA - SEPARAZIONE PERSONALE DEI CONIUGI - ASSEGNAZIONE DELLA CASA FAMILIARE E SUCCESSIVA ALIENAZIONE - NON SUSSISTENZA DEL DIRITTO DI PRELAZIONE IN CAPO AL CONIUGE ASSEGNATARIO

Nell’ordinanza in commento (n. 12305/2023), la Suprema Corte ha ribadito che in caso di alienazione della casa familiare assegnata ad uno dei coniugi, quest’ultimo non gode del diritto di prelazione modellato sulla falsariga dell’art. 3, comma 1, lett. g), l. n. 431/1998. La vicenda in oggetto trae scaturigine dal rigetto, sia in primo che in secondo grado, dalla domanda formulata dall’odierna ricorrente di nullità del contratto di compravendita della casa familiare a lei assegnata in sede di separazione e poi di divorzio.

Data: 28 Giugno 2023
Aggiornamento MANUALE DEI DANNI IN FAMIGLIA. . Illeciti endofamiliari - Illeciti esofamiliari - Responsabilità Medica - Liquidazione dei danni - Tabelle Reati - Riforma Cartabia - Giurisprudenza

I rapporti fra responsabilità civile e diritto di famiglia sono sempre più riconosciuti, e sempre più fra di loro si intersecano. Basti pensare in primis alla responsabilità medica ed al danno parentale. In verità, i danni in famiglia si declinano su due fronti molto diversi. Gli illeciti endofamiliari e gli illeciti esofamiliari. Gentile professionista in merito a quest'ultimi potrà scaricare, tramite la piattaforma, i relativi formulari

Data: 26 Giugno 2023
DIRITTO DI FAMIGLIA - L’EX È TENUTO A RESTITUIRE I SOLDI PRESTATI DALL’ALTRO CONIUGE DURANTE IL MATRIMONIO PER L’ACQUISTO DI UN BENE MOBILE

Nell’ordinanza in commento (n. 11664/2023), la Suprema Corte ha confermato la legittimità della richiesta di restituzione di una somma di denaro pagata dall’ex marito a titolo di finanziamento per l’acquisto dell’auto della ex moglie. Nel caso che ci occupa, l’odierna ricorrente proponeva ricorso per cassazione avverso la decisione della Corte d’Appello che - a conferma di quanto statuito in primo grado - aveva rigettato l’opposizione spiegata dalla medesima al decreto ingiuntivo intimato dall’ex coniuge per la restituzione di un prestito per l’acquisto di un’autovettura. La ricorrente aveva eccepito l’erroneità della decisione del giudice di secondo grado per non aver tenuto in considerazione che l’intimante non aveva fornito prova né dell’esistenza di un rapporto di mutuo, né di aver consegnato la somma di denaro con obbligo di restituzione, e di come la dazione delle somme contestate fosse riconducibile al rapporto di coniugio.

Data: 21 Giugno 2023
TITOLI DI CREDITO - ASSEGNO BANCARIO CON DATA INCERTA - ESCLUSIONE DI EFFICACIA DI TITOLO ESECUTIVO

Nell’ordinanza in commento (n. 6342/2023), la Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi con riferimento all’efficacia del titolo esecutivo, ha sancito il seguente principio di diritto: «l’assegno bancario recante una sovrascrittura della data è inefficace come titolo esecutivo, quando la suddetta alterazione renda la data di emissione insuperabilmente incerta». La vicenda trae scaturigine dall’opposizione a precetto emesso su base di un titolo esecutivo - assegno bancario - con data di emissione alterata. Più nel dettaglio, l’odierna ricorrente assumeva la prescrizione del titolo in quanto emesso nell’anno 2015, data successivamente corretta in anno 2016.

Data: 14 Giugno 2023
NOTIFICA A SOGGETTI NON OBBLIGATI AD AVERE UNA PEC (PERSONE FISICHE) - SEMPLICE COMUNICAZIONE DI RECAPITO DIGITALE - VALIDITÀ ED ESCLUSIONE - FATTISPECIE

Nell’ordinanza in commento (n. 12958/2023), la Suprema Corte, in tema di notifiche alle persone fisiche, - richiamando l’incontrastato principio secondo cui «l’art. 141 cod. proc. civ., che detta disposizioni in tema di notificazioni presso il domiciliatario, va coordinato con l’art. 47 cod. civ., per il quale il domicilio eletto rappresenta una deroga al domicilio legale circoscritta a determinati e specifici affari, e dal collegamento fra le due norme discende che la corretta esecuzione della notificazione presso il domiciliatario presuppone che l’atto oggetto della notifica sia catalogabile fra quelli considerati con l’elezione di domicilio» -, ha chiarito che la semplice comunicazione di “recapito digitale” presso cui ricevere “le successive comunicazioni”, in mancanza di specifica indicazione del contenuto e dello scopo della comunicazione, non integra gli estremi della valida elezione di domicilio speciale atteso che la corretta esecuzione della notificazione presso il domiciliatario presuppone che l’atto oggetto della notifica debba rientrare tra quelli considerati con l’elezione di domicilio, come nel caso di specie.

Data: 7 Giugno 2023
DELITTO DI TRUFFA - VENDITA DI BENI “ON-LINE” CON PAGAMENTO A MEZZO BONIFICO BANCARIO - TEMPO E LUOGO DI CONSUMAZIONE - COMPETENZA TERRITORIALE

Nella sentenza in commento (n. 10570/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in materia di competenza territoriale nella fattispecie di truffa con vendita di beni on-line -, richiamando il conforme orientamento della medesima Corte, ha precisato che «nell’ipotesi di truffa contrattuale realizzata attraverso la vendita di beni on-line, in cui il pagamento da parte della parte offesa avvenga tramite bonifico bancario con accredito su conto corrente, il reato si consuma nel luogo ove l’agente consegue l’ingiusto profitto tramite la riscossione della somma e non già in quello in cui viene data la disposizione per il pagamento da parte della persona offesa; qualora, invece, non sia determinabile il luogo di riscossione, si applicano - per la determinazione della competenza territoriale - le regole suppletive previste dall’art. 9 cod. proc. pen.».

Data: 7 Giugno 2023
CONTRATTI - REQUISITI - FORMA SCRITTA AD SUBSTANTIAM - OGGETTO DETERMINATO E/O DETERMINABILE SU BASE DI ELEMENTI CONTENUTI NEL CONTRATTO

Nell’ordinanza in commento (n. 8731/2023), la Suprema Corte ribadisce che «Nei contratti in cui è richiesta la forma scritta ad substantiam, l’oggetto del contratto deve essere determinato o determinabile sulla base degli elementi risultanti dal contratto stesso, non potendo farsi ricorso ad elementi estranei ad esso. Ne consegue che se le parti di una compravendita immobiliare hanno fatto riferimento, per individuare il bene, ad una planimetria allegata all’atto, è necessario che essa non solo sia sottoscritta dai contraenti, ma anche espressamente indicata nel contratto come parte integrante del contenuto dello stesso». Il caso che ci occupa trae scaturigine dalla richiesta di rivendicazione della comproprietà di un portico ed una corte adiacenti all’immobile di proprietà dell’odierna ricorrente, atteso che la Corte di Appello - in riforma della decisione del giudice di prime cure -, aveva ritenuto insussistente il rivendicato titolo.

Data: 31 Maggio 2023
DIRITTI REALI - SERVITÙ PREDIALI - ACCERTAMENTO DELL’ESISTENZA DEI PRESUPPOSTI CON RIFERIMENTO SIA ALLA DOMANDA DI RICONOSCIMENTO DELL’ESISTENZA DEL DIRITTO STESSO SIA CON RIGUARDO ALL’ECCEZIONE DI USUCAPIONE

Nell’ordinanza in commento (n. 8320/2023), la Suprema Corte ha sancito il seguente principio di diritto: «L’accertamento dell’esistenza, o meno, dei presupposti per la configurabilità di un diritto reale di servitù costituito per usucapione deve essere condotto unitariamente, con riferimento alla sussistenza dei requisiti del possesso utile ad usucapionem, dei presupposti dell’apparenza e dell’utilitas, sia con riferimento all’eventuale domanda di riconoscimento dell’esistenza del diritto stesso, indipendentemente dal fatto che essa sia proposta in via principale o riconvenzionale, sia con riguardo all’eccezione di usucapione, che sia sollevata al solo fine di paralizzare l’avversa azione negatoria del diritto reale. Non è infatti possibile riconoscere, in via di eccezione, la sussistenza dei presupposti per la configurabilità di un diritto reale che sia stata esclusa, mercè il rigetto della corrispettiva azione di accertamento della sua esistenza».

Data: 23 Maggio 2023
CONTRATTO DI APPRENDISTATO - FORMA SCRITTA “AD SUBSTANTIAM” - PIANO FORMATIVO INDIVIDUALE ALL’INTERNO DELL’ATTO E NON IN DOCUMENTO SEPARATO

Nella sentenza in commento (n. 10826/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in materia di lavoro - ha ribadito che il contratto di apprendistato, per la cui stipula è richiesta la forma scritta “ad substantiam”, deve contenere il piano formativo individuale, essendo un elemento che qualifica la causa dell’atto, senza possibilità di rinvio a un documento esterno; atteso che la volontà negoziale del lavoratore deve formarsi sulla base della piena consapevolezza del percorso proposto e della sua idoneità per l’acquisizione della qualifica.

Data: 16 Maggio 2023
RICORSO PER CASSAZIONE - OBBLIGATORIETÀ DEL DEPOSITO TELEMATICO DI ATTI E PROVVEDIMENTI - ART. 196-QUATER DISP. ATT. C.P.C. INTRODOTTO DAL D.LGS. 10 OTTOBRE 2022, N. 149 (C.D. RIFORMA CARTABIA)

Nell’ordinanza in commento (n. 10689/2023), la Suprema Corte ha sancito il principio di diritto secondo cui è divenuta operativo, a far data dal 1° gennaio 2023, ai sensi dell’art. 35, c. 2, d.lgs. n. 149/2022, quanto disposto dall’art. 196-quater disp. att. c.p.c. in merito alla obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti; cosicché anche i ricorsi per cassazione devono essere depositati mediante tale modalità - a pena di improcedibilità -, salve le eccezioni specificate.

Data: 16 Maggio 2023
OBBLIGAZIONI - INADEMPIMENTO CONTRATTUALE - RESPONSABILITÀ DEL DEBITORE - IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA PER CAUSA NON IMPUTABILE AL DEBITORE E CONSEGUENTE ESONERO DELLA RESPONSABILITÀ - FATTISPECIE

Nell’ordinanza in commento (n. 10638/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in materia di responsabilità contrattuale - chiarisce e ribadisce che l’impossibilità sopravvenuta dell’adempimento della prestazione dovuta può costituire causa di esonero da responsabilità per il debitore solo ove non imputabile, in alcun modo, a quest’ultimo. Il caso che ci occupa trae scaturigine da una opposizione a decreto ingiuntivo - respinta in primo grado e successivamente in appello -, fondata sulla temporanea impossibilità sopravvenuta della prestazione in ragione del sequestro preventivo dell’impresa del debitore, inclusi i conti correnti ad essa intestati, disposto a seguito della pendenza di procedimento penale a suo carico. L’odierno ricorrente lamentava principalmente come la gravata sentenza avesse erroneamente escluso la temporanea impossibilità sopravvenuta della prestazione non considerandolo esente da colpa, sulla base della mera irrogazione della misura ex art. 321 c.p.p., paventando una questione di legittimità costituzionale dell’art. 1256, c. 2, c.c.

Data: 9 Maggio 2023

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