DIRITTI REALI - SERVITÙ PREDIALI - ACCERTAMENTO DELL’ESISTENZA DEI PRESUPPOSTI CON RIFERIMENTO SIA ALLA DOMANDA DI RICONOSCIMENTO DELL’ESISTENZA DEL DIRITTO STESSO SIA CON RIGUARDO ALL’ECCEZIONE DI USUCAPIONE

Nell’ordinanza in commento (n. 8320/2023), la Suprema Corte ha sancito il seguente principio di diritto: «L’accertamento dell’esistenza, o meno, dei presupposti per la configurabilità di un diritto reale di servitù costituito per usucapione deve essere condotto unitariamente, con riferimento alla sussistenza dei requisiti del possesso utile ad usucapionem, dei presupposti dell’apparenza e dell’utilitas, sia con riferimento all’eventuale domanda di riconoscimento dell’esistenza del diritto stesso, indipendentemente dal fatto che essa sia proposta in via principale o riconvenzionale, sia con riguardo all’eccezione di usucapione, che sia sollevata al solo fine di paralizzare l’avversa azione negatoria del diritto reale. Non è infatti possibile riconoscere, in via di eccezione, la sussistenza dei presupposti per la configurabilità di un diritto reale che sia stata esclusa, mercè il rigetto della corrispettiva azione di accertamento della sua esistenza».

Data: 23 Maggio 2023
CONTRATTO DI APPRENDISTATO - FORMA SCRITTA “AD SUBSTANTIAM” - PIANO FORMATIVO INDIVIDUALE ALL’INTERNO DELL’ATTO E NON IN DOCUMENTO SEPARATO

Nella sentenza in commento (n. 10826/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in materia di lavoro - ha ribadito che il contratto di apprendistato, per la cui stipula è richiesta la forma scritta “ad substantiam”, deve contenere il piano formativo individuale, essendo un elemento che qualifica la causa dell’atto, senza possibilità di rinvio a un documento esterno; atteso che la volontà negoziale del lavoratore deve formarsi sulla base della piena consapevolezza del percorso proposto e della sua idoneità per l’acquisizione della qualifica.

Data: 16 Maggio 2023
RICORSO PER CASSAZIONE - OBBLIGATORIETÀ DEL DEPOSITO TELEMATICO DI ATTI E PROVVEDIMENTI - ART. 196-QUATER DISP. ATT. C.P.C. INTRODOTTO DAL D.LGS. 10 OTTOBRE 2022, N. 149 (C.D. RIFORMA CARTABIA)

Nell’ordinanza in commento (n. 10689/2023), la Suprema Corte ha sancito il principio di diritto secondo cui è divenuta operativo, a far data dal 1° gennaio 2023, ai sensi dell’art. 35, c. 2, d.lgs. n. 149/2022, quanto disposto dall’art. 196-quater disp. att. c.p.c. in merito alla obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti; cosicché anche i ricorsi per cassazione devono essere depositati mediante tale modalità - a pena di improcedibilità -, salve le eccezioni specificate.

Data: 16 Maggio 2023
OBBLIGAZIONI - INADEMPIMENTO CONTRATTUALE - RESPONSABILITÀ DEL DEBITORE - IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA PER CAUSA NON IMPUTABILE AL DEBITORE E CONSEGUENTE ESONERO DELLA RESPONSABILITÀ - FATTISPECIE

Nell’ordinanza in commento (n. 10638/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in materia di responsabilità contrattuale - chiarisce e ribadisce che l’impossibilità sopravvenuta dell’adempimento della prestazione dovuta può costituire causa di esonero da responsabilità per il debitore solo ove non imputabile, in alcun modo, a quest’ultimo. Il caso che ci occupa trae scaturigine da una opposizione a decreto ingiuntivo - respinta in primo grado e successivamente in appello -, fondata sulla temporanea impossibilità sopravvenuta della prestazione in ragione del sequestro preventivo dell’impresa del debitore, inclusi i conti correnti ad essa intestati, disposto a seguito della pendenza di procedimento penale a suo carico. L’odierno ricorrente lamentava principalmente come la gravata sentenza avesse erroneamente escluso la temporanea impossibilità sopravvenuta della prestazione non considerandolo esente da colpa, sulla base della mera irrogazione della misura ex art. 321 c.p.p., paventando una questione di legittimità costituzionale dell’art. 1256, c. 2, c.c.

Data: 9 Maggio 2023
REVOCATORIA DI COSTITUZIONE DI FONDO PATRIMONIALE - LITISCONSORZIO NECESSARIO DEL CONIUGE NON DEBITORE E NON PROPRIETARIO DEI BENI - FONDAMENTO

Nell’ordinanza in commento (n. 8447/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in tema di revocatoria di costituzione di fondo patrimoniale -, torna a ribadire quanto già statuito in precedenza, ovvero che «in tema di azione revocatoria, nel giudizio promosso dal creditore personale di uno dei coniugi per la declaratoria di inefficacia dell’atto di costituzione di un fondo patrimoniale stipulato da entrambi i coniugi, sussiste litisconsorzio necessario del coniuge non debitore, ancorché non sia neppure proprietario dei beni costituiti nel fondo stesso, in quanto beneficiario dei relativi frutti, destinati a soddisfare i bisogni della famiglia, e, quindi, destinatario degli eventuali esiti pregiudizievoli conseguenti all’accoglimento della domanda revocatoria».

Data: 26 Aprile 2023
GIUDIZIO D’APPELLO - OMESSA ACQUISIZIONE DEL FASCICOLO D’UFFICIO DI PRIMO GRADO INDISPENSABILE PER LA DECISIONE DEL GRAVAME - ABNORMITÀ DELLA DECLARATORIA DI INAMMISSIBILITÀ DELL’APPELLO

Nell’ordinanza in commento (n. 8506/2023), la Suprema Corte ribadisce che nel giudizio d’appello, qualora il fascicolo d’ufficio di primo grado sia indispensabile ai fini della decisione, il giudice deve disporne l’acquisizione, con onere a carico dell’ufficio giudiziario; ne consegue che, ove tale obbligo rimanga inadempiuto, non può comportare alcuna conseguenza pregiudizievole per le parti del giudizio. Dunque, la sentenza di inammissibilità dell’impugnazione per mancanza del fascicolo d’ufficio di primo grado è da ritenersi abnorme e, pertanto, nulla.

Data: 18 Aprile 2023
ESECUZIONE FORZATA - INSOLVENZA DEL DATORE DI LAVORO - INTERVENTO DEL FONDO DI GARANZIA PRESSO L’INPS - PRESUPPOSTI E TEMPISTICHE PER LA RICHIESTA

Nell’ordinanza in commento (n. 6834/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi su una questione di particolare novità in tema di Fondo di garanzia gestito dall’Inps - chiarisce che ai fini del computo per l’intervento del Fondo è irrilevante il momento in cui assume efficacia esecutiva la “diffida accertativa” ex art. 12 d.lgs. n. 124/2004 emessa dalla Direzione territoriale del lavoro, bensì assume rilievo il momento in cui il lavoratore notifica detta diffida a mezzo atto di precetto.

Data: 12 Aprile 2023
AGGIORNAMENTO ALL’OPERA INTITOLATA “LA NUOVA COMPOSIZIONE NEGOZIATA PER LA SOLUZIONE DELLA CRISI D’IMPRESA”. (a cura) dell’Avv. Alfonso Cerrato

Con decreto del Direttore Generale del 21 marzo 2023, il Ministero della Giustizia ha recepito l’aggiornamento del documento predisposto nell’ambito dei lavori della Commissione di studio (c.d. Commissione Pagni) istituita a sua volta con decreto del 22 aprile 2021 in riferimento all’istituto della Nuova composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa

Data: 12 Aprile 2023
AGGIORNAMENTO MONOGRAFIA AZIONE DI CLASSE PUBBLICATO NELLA COLLANA LINEE EVOLUTIVE DEL DIRITTO diretta da Avv. Triestina Bruno. A cura dell’Avv. Alfonso Cerrato

Abstract: Il presente contributo contiene il testo integrale del DECRETO LEGISLATIVO 10 marzo 2023, n. 28 recante “Attuazione della direttiva (UE) 2020/1828 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2020, relativa alle azioni rappresentative a tutela degli interessi collettivi dei consumatori e che abroga la direttiva 2009/22/CE” e pubblicato nella G.U. n. 70 del 23-3-2023.

Data: 4 Aprile 2023
PROCEDIMENTI SOMMARI - OPPOSIZIONE A DECRETO INGIUNTIVO - INDIVIDUAZIONE DEL RITO APPLICABILE

Nell’ordinanza in commento (n. 2329/2023), la Suprema Corte chiarisce che, in tema di opposizione a decreto ingiuntivo, ai fini dell’individuazione del rito applicabile all’atto di opposizione, deve aversi riguardo al titolo posto a fondamento della domanda proposta in via monitoria, a nulla rilevando le evenienze successive alla proposizione della stessa - quali: erroneità della qualificazione da parte del ricorrente; successiva differente qualificazione operata dall’opponente o dal giudice -.

Data: 28 Marzo 2023
ESECUZIONE FORZATA - TITOLO ESECUTIVO GIUDIZIALE - INTEGRAZIONE - CONDIZIONI E LIMITI

Nell’ordinanza in commento (n. 1942/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in merito all’integrazione del titolo giudiziale - chiarisce che: nell’opposizione all’esecuzione ai sensi dell’art. 615 c.p.c., non è consentita l’integrazione del titolo esecutivo giudiziale quando è unica e certa la struttura del suo comando e quando gli ulteriori elementi avrebbero potuto essere sottoposti nel giudizio in cui tale titolo si è formato. Nel caso che ci occupa, l’odierno ricorrente aveva adito la Corte di Cassazione avverso la sentenza del giudice di seconde cure che - a conferma di quanto statuito in primo grado di giudizio -, aveva ritenuto inammissibile, in sede di opposizione ex art. 615 c.p.c., la domanda di compensazione formulata dal medesimo. Più nel dettaglio, il ricorrente lamentava: il mancato esercizio, da parte del giudice di appello di un potere interpretativo del titolo giudiziale sanzionato con l’atto di precetto, atteso che, nel giudizio di opposizione, aveva sostenuto di aver corrisposto ai promittenti venditori delle somme di cui reclamava la restituzione; nonché l’aver ritenuto inammissibile in sede di opposizione la predetta domanda di compensazione.

Data: 28 Marzo 2023
GIUDIZIO PENALE - PATROCINIO A SPESE DELLO STATO - AMMISSIONE - NECESSARIA ISCRIZIONE DELLA NOTIZIA DI REATO AI SENSI DELL’ART. 335 C.P.P.

Nella sentenza in commento (n. 8524/2023), la Suprema Corte torna a ribadire che ai fini dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato della persona offesa e del danneggiato del reato è necessaria che vi sia stata l’iscrizione della notizia di reato nel registro di cui all’art. 335 c.p.p., non essendo sufficiente la presentazione di una denuncia o querela. Nel caso di specie l’odierno ricorrente adiva la Corte di Cassazione avverso la decisione del Tribunale di rigetto dell’opposizione dal medesimo spiegata contro il decreto del G.i.p. che, a sua volta, ne aveva rigettato la richiesta di ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

Data: 21 Marzo 2023
ATTO DI APPELLO - AMMISSIBILITÀ DELL’ATTO SCANSIONATO E FIRMATO DIGITALMENTE DAL DIFENSORE

Nella sentenza in commento (n. 5744/2023), la Suprema Corte - chiamata a pronunciarsi in merito alla inammissibilità degli atti di impugnazione presentati in modalità telematica -, sancisce che è ammissibile il deposito dell’atto di appello stampato, scansionato e sottoscritto digitalmente dal difensore. In caso in oggetto trae scaturigine dalla pronuncia del Tribunale di inammissibilità dell’atto di appello avverso l’ordinanza del G.i.p. che aveva rigettato la richiesta di revoca del sequestro dell’autospurgo di una S.n.c., ritenendo che l’atto in questione, in quanto scansionato, fosse affetto da invalidità. Avverso tale decisione proponeva ricorso in cassazione la socia e rappresentante legale della Società. La ricorrente deduceva la validità dell’atto di appello essendo stata comunque apposta la firma digitale del procuratore sull’atto scansionato, trasformando il documento in un nuovo originale, e la violazione, da parte del Tribunale, del principio di tassatività delle cause di inammissibilità dell’atto.

Data: 14 Marzo 2023
MISURE CAUTELARI PERSONALI - PERICOLO DI INQUINAMENTO PROBATORIO - CRITERI DI VALUTAZIONE - PROVE ACQUISTE E DA ACQUISIRE

Nella sentenza in commento (n. 3135/2023), la Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi in tema di misure cautelari personali, ribadisce che «la valutazione del pericolo di inquinamento probatorio deve essere effettuata con riferimento sia alle prove da acquisire, sia alle fonti di prova già acquisite, a nulla rilevando lo stato avanzato delle indagini o la loro conclusione, in quanto l’esigenza di salvaguardare la genuinità della prova non si esaurisce all’atto della chiusura delle indagini preliminari, soprattutto allorché il concreto pericolo di inquinamento sia stato ravvisato anche nella protezione delle fonti dichiarative, per la spiccata valenza endoprocedimentale del dato riferito alle indagini preliminari e alla sua ridotta utilizzabilità in dibattimento».

Data: 14 Marzo 2023
PROCEDIMENTO PENALE - PROCEDIBILITÀ A QUERELA E PERSISTENTE COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE - SUSSISTENZA DELL’ISTANZA DI PUNIZIONE E DELLA CONDIZIONE DI PROCEDIBILITÀ

Nella sentenza in commento (n. 7878/2023), la Suprema Corte ribadisce che, nel procedimento penale, in caso di sussistenza della persistente costituzione di parte civile non è necessaria la querela. Più nel dettaglio, l’odierno ricorrente adiva la Corte di Cassazione avverso la sentenza del giudice di secondo grado che, a conferma di quanto statuito dal giudice di prime cure, all’esito di giudizio abbreviato aveva ritenuto il medesimo responsabile del reato ex art. 590-bis c.p., commesso in danno della parte civile, a seguito di investimento pedonale. Il ricorrente lamentava: l’erronea applicazione di legge per essere stato ritenuto responsabile del reato di cui all’art. 590-bis c.p. ancorché nel capo di imputazione veniva indicata una prognosi di giorni 40; che, in difetto di querela, il giudice avrebbe dovuto pronunciare sentenza ai sensi dell’art. 129 c.p.p.; l’erronea sussistenza di profili di colpa a suo carico nella causazione del sinistro.

Data: 8 Marzo 2023
PARTICOLARE TENUITÀ DEL FATTO QUALE CAUSA DI NON PUNIBILITÀ - RIFIUTO DI SOTTOPORSI ALL’ALCOLTEST - COMPATIBILITÀ

Nella sentenza in commento (n. 5894/2023), la Suprema Corte ribadisce che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis c.p. è compatibile con il reato di rifiuto di sottoporsi all’accertamento alcolimetrico, ai sensi dell’art. 186, c. 7, C.d.S. Nel caso che ci occupa, l’odierno ricorrente adiva la Corte di Cassazione avverso la sentenza della Corte di Appello che, confermando quanto statuito in primo grado, aveva condannato l’imputato per il reato di sottoporsi ad accertamenti tossicologici (art. 187, c. 8, C.d.S.). Il ricorrente lamentava: plurimi vizi sul percorso argomentativo della sentenza; il mancato riconoscimento della causa di non punibilità di cui all’art. 131-bis c.p. e, infine, vizio di motivazione in relazione alla determinazione della pena.

Data: 1 Marzo 2023
ASSEGNO DIVORZILE - QUANTIFICAZIONE IN BASE AI CRITERI STABILITI DALLA LEGGE SUL DIVORZIO E DALLA SENTENZA A SEZIONI UNITE DELLA CASSAZIONE N. 18287/2018 - RINUNCIA IMMOTIVATA AL LAVORO DOPO IL MATRIMONIO

Con l’ordinanza in commento (n. 4200/2023), la Cassazione ribadisce che l’assegno di mantenimento deve essere determinato sulla base dei criteri stabiliti dalla legge e sanciti dalle Sezioni Unite nella sentenza n. 18287/2018, tra cui la rinuncia al lavoro dopo il matrimonio da parte dell’ex coniuge, senza valide ragioni. Nel secondo grado di giudizio veniva riconosciuto in favore dell’ex moglie un assegno di mantenimento pari a complessivi € 900,00. Avverso tale decisione proponeva ricorso per cassazione il marito gravato di tale onere, contestando alla Corte d’Appello adita di non aver indagato sulle ragioni per le quali la ex moglie - operatrice socio-sanitaria - aveva deciso di non lavorare più dopo il matrimonio, di non aver motivato il quantum stabilito e, infine, di non aver tenuto conto della durata del matrimonio, della qualifica professionale della ex moglie e della disponibilità, da parte di quest’ultima, di una abitazione di proprietà dei genitori.

Data: 21 Febbraio 2023
DEPOSITO CARTACEO DI ATTO IN CANCELLERIA IN LUOGO DI QUELLO INFORMATICO - CONSEGUENZE

Nell’ordinanza in commento (n. 1108/2023), la Suprema Corte si è pronunciata in merito al deposito cartaceo di un atto in cancelleria in luogo dell’invio telematico obbligatorio ai sensi del d.l. 18 ottobre 2012, n. 179, art. 16-bis, conv. in legge 17 dicembre 2012, n. 221. Nel caso di specie, il Tribunale aveva dichiarato inammissibile il ricorso dell’I.N.P.S. atteso che, in un giudizio di un accertamento tecnico preventivo, il dissenso alla c.t.u. fosse stato manifestato a mezzo atto depositato in cancelleria e non mediante invio telematico come previsto dal summenzionato d.l. Avverso tale decisione l’ente ha proposto ricorso in Cassazione adducendo, tra l’altro, come, mancando un’espressa sanzione di nullità o di inammissibilità per l’ipotesi della forma non digitale del deposito, il Tribunale avrebbe dovuto comunque ritenere raggiunto lo scopo con il ricevimento dell’atto cartaceo da parte della cancelleria e con l’inserimento dello stesso nel fascicolo processuale.

Data: 14 Febbraio 2023
SPESE GIUDIZIALI CIVILI - COMPENSAZIONE IN ASSENZA DI RECIPROCA SOCCOMBENZA E DELLE RAGIONI EX ART. 92, COMMA 2, C.P.C. - CONSEGUENZE

Nel caso che ci occupa, l’odierno ricorrente proponeva ricorso in cassazione avverso la decisione del giudice di secondo grado che, pur accogliendo integralmente l’appello spiegato dalla medesima parte, aveva compensato le spese di giudizio, in ragione della mancata costituzione in giudizio dell’appellato. Il ricorrente deduce, quale unico motivo d’impugnazione, la violazione degli artt. 91 e 92 c.p.c., oltre che la illogicità ed erroneità della motivazione in merito alla compensazione delle spese di lite. Si ricorda a noi stessi che ai sensi dell’art. 92 cit., comma 2: «Se vi è soccombenza reciproca ovvero nel caso di assoluta novità della questione trattata o mutamento della giurisprudenza rispetto alle questioni dirimenti, il giudice può compensare le spese tra le parti, parzialmente o per intero». Dalla lettera della norma codicistica consegue che - come correttamente rilevato dalla Corte nel caso di specie -, in materia di spese giudiziali, la compensazione, in assenza di reciproca soccombenza, può essere disposta solo ed esclusivamente nei casi su indicati, e la contumacia della parte non è tra questi.

Data: 7 Febbraio 2023
GIUDIZIO DI IMPUGNAZIONE E LEGITIMATIO AD PROCESSUM - OPERATIVITÀ DEL PRINCIPIO ANCHE NEL GIUDIZIO DI REGOLAMENTO DI COMPETENZA

Nell’ordinanza in commento, la Corte Suprema - come da consolidato orientamento della Cassazione - ribadisce che nel caso in cui durante il giudizio di primo grado sopraggiunga un evento interruttivo del processo ma non venga dichiarato, il giudizio di impugnazione debba essere instaurato tra i soggetti effettivamente legittimati. Nella fattispecie, con ricorso per regolamento di competenza che ci occupa, la ricorrente denunciava l’illegittimità dell’ordinanza con la quale il Tribunale aveva dichiarato la propria incompetenza per valore con riferimento alla controversia avente ad oggetto un sinistro stradale nel quale la figlia minorenne di parte attrice, - odierna ricorrente -, aveva riportato lesioni personali.

Data: 31 Gennaio 2023

Richiamami

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